La celerità e la competenza del nostro Team Avvocato Penalista h24 è stata ancora una volta la chiave per ottenere il Recupero Cryptovalute nella truffa afferente al falso trading online ordita ai danni di un nostro assistito.
Attraverso l’articolo che ti accingi a leggere, voglio metterti in guardia dalle subdole forme di raggiro poste in essere da soggetti senza scrupoli, il cui unico obiettivo è quello di rubare i tuoi soldi.
Ecco il motivo per cui ti riporto nel dettaglio quanto patito dal nostro cliente, descrivendoti altresì la strategia legale scelta dal nostro Team a supporto dello stesso, in modo da dimostrarti che lo Studio Legale Avvocato Penalista h24 rappresenta una garanzia per le vittime di truffe online.
Capirai perché molti assistiti nutrono tanta riconoscenza nei nostri confronti.
Come avrai potuto comprendere, quella esaminata è una materia complessa, delicata e richiede particolari e specifiche competenze professionali in ambito di diritto nazionale e internazionale che non tutti gli avvocati posseggono.
È sempre consigliabile, dunque, nel caso in cui tu non sappia a chi rivolgerti in seguito ad una truffa online, affidarsi a un valido e qualificato Avvocato per Truffa online esperto nella materia giuridica trattata di modo che, fin da subito, vi sia la massima garanzia del diritto di difesa, disponendo la strategia difensiva più opportuna al caso specifico.
Abbiamo già affrontato e risolto diversi processi con riferimento alla tematica del falso trading online: leggi i casi risolti del nostro Studio Legale.
Mettiti subito in contatto con uno dei nostri avvocati, il quale ti spiegherà il nostro metodo di lavoro che spesso ci porta ad avere grandi risultati con analogo grado di soddisfazione dei nostri assistiti. Appurerai che la nostra massima disponibilità e reperibilità, la nostra totale dedizione, l’impegno professionale profuso consentono, il più delle volte, di raggiungere l’obiettivo prefisso.
Compila il form di contatto che trovi in fondo a questa pagina o premi il pulsante Whatsapp che vedi in sovraimpressione.
Cosa è accaduto al nostro cliente
Il nostro assistito veniva adescato tramite contatto telefonico da parte di una utenza recante prefisso straniero verosimilmente riconducibile alla Repubblica di Cipro, per conto di una società di investimento cipriota denominata STONEX EUROPE LTD, che lo invitava a intraprendere attività di trading online prospettandogli la possibilità investimenti sicuri e garantiti e profitti facili e considerevoli.
Contestualmente, il nostro cliente riceveva – da parte di un sedicente Account Manager della sopra menzionata fantomatica società – diverse e-mail, attraverso le quali gli venivano elencati i servizi di consulenza e gestione degli investimenti offerti dalla STONEX EUROPE LTD e gli veniva illustrato che, facendo operazioni di acquisto/vendita di criptovalute ed assets finanziari simili, avrebbe potuto ottenere ingenti guadagni sfruttando l’attuale andamento dei mercati.
Abbindolato dalle promesse millantate dal presunto operatore e al contempo allettato dall’idea di generare profitti, il nostro assistito si determinava ad avviare le procedure di registrazione, intenzionato ad investire piccole somme.
Con l’espediente di dover attivare le operazioni di trading, oltre a un primo versamento di importo minimo venivano richiesti al nostro cliente i propri documenti di riconoscimento (una prova d’identità mediante l’invio di un documento rilasciato dal Governo; una prova di indirizzo mediante l’invio di una copia di una qualsiasi bolletta di servizio pubblico contenente il nome completo e l’indirizzo; altri dati sensibili) – allegati a un selfie – che purtroppo indebitamente cedeva.
Successivamente all’iscrizione, il nostro assistito veniva contattato – sia mediante piattaforma di messaggistica istantanea Whatsapp sia telefonicamente – da un sedicente broker, il quale si presentava come suo consulente di riferimento e lo esortava a cominciare la (presunta) attività di trading fornendogli il link https://panel.stonexeu.global/client/login (sito web attualmente non più censito in Google) della piattaforma di investimento e trading online di riferimento.
Il nostro cliente, inizialmente, non titubava circa la reale consistenza di quanto prospettatogli e dell’assistenza ricevuta in quanto il suddetto sedicente consulente si mostrava disponibile ad intrattenere conversazioni pressoché giornalmente e a garantirgli chiarimenti e consigli utili per le (presunte) operazioni di trading raccomandate, dimostrando grande esperienza in campo di mercato e di finanza ed estrema abilità a muoversi all’interno del panorama del trading.
La prospettiva della bontà dell’investimento veniva altresì consolidata nel nostro assistito dai succulenti interessi maturati sui suoi risparmi che emergevano dal (presunto) wallet virtuale visualizzato sulla fantomatica piattaforma StonexEU.
Persuaso da tale scenario, il nostro cliente si determinava a perseverare nella sua (presunta) attività di trading online, acquistando criptovalute associate alla blockchain in cui aveva intenzione di investire.
Suo malgrado, le manovre finora descritte erano finalizzate a carpire la sua fiducia affinché corrispondesse sempre più soldi.
Ed infatti, a fronte del modico investimento iniziale, il nostro assistito veniva indotto a versare somme di denaro per importi crescenti con l’espediente di avere a disposizione un ammontare cospicuo per una proficua attività di trading e con la prospettiva di incrementare il suo capitale.
In buona sostanza, gli veniva fatto credere che maggiore era il capitale investito, maggiori sarebbero state le percentuali di guadagno.
Il nostro cliente, avendo la possibilità di constatare l’ottimo andamento dei propri investimenti attraverso grafici dimostrativi dei profitti generati all’interno della piattaforma StonexEU, si persuadeva dunque a investire cifre via via più consistenti non comprendendo, invece, che la piattaforma fosse gestita direttamente da remoto dai presunti truffatori e che facesse riferimento a movimentazioni di denaro non reali.
I pagamenti richiesti per gli investimenti dovevano essere effettuati tramite bonifici bancari a favore di società estere, su IBAN bancari esteri riconducibili ai presunti truffatori (su conti correnti aperti dagli stessi presso Istituti di Credito transnazionali).
Tale circostanza non era nota al nostro assistito il quale, potendo visualizzare soltanto la piattaforma su cui operava, era convinto che ogni pagamento corrisposto gli avrebbe davvero consentito di conseguire ulteriori proventi.
Accumulata nel suo (presunto) conto portafoglio associato alla fantomatica piattaforma StonexEU una cifra considerevole, il nostro cliente decideva di monetizzare gli utili.
Tuttavia, i presunti truffatori rappresentavano fasulle complicazioni impeditive di ottenere il capitale comprensivo di quanto realmente investito e quanto (fittiziamente) guadagnato e inoltravano altresì ulteriori richieste di denaro con l’artificio di autorizzare le operazioni di prelievo.
Nello specifico, inizialmente al nostro assistito veniva fatto credere dal sedicente consulente di riferimento che il suo account sarebbe stato chiuso e che, di conseguenza, avrebbe potuto incassare le somme investite e le percentuali maturate su di esse.
Per contro, di lì a poco, il nostro cliente riceveva una artefatta e-mail proveniente dalla sopra menzionata società di investimento cipriota STONEX EUROPE LTD, adducente la necessità del versamento – in ottemperanza a fantomatiche leggi inglesi che regolano la tassazione delle criptovalute – di una una cifra pari al 26% degli utili a titolo di Flat Tax. In particolare, avendo il suo reddito raggiunto lo standard fiscale, era soggetto a una presunta tassa sulle plusvalenze crittografiche, inclusiva dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e dei contributi previdenziali.
Gli veniva chiarito che l’importo preteso non poteva essere prelevato direttamente dall’ammontare presente nel suo (presunto) wallet virtuale e che avrebbe subito una riduzione del 3% se fosse stato pagato entro sette giorni lavorativi.
Il suo capitale sarebbe rimasto “congelato” fino a quando non avrebbe provveduto al pagamento.
Tale circostanza creava nel nostro assistito non pochi sospetti, supportati dalla convinzione che il proprio capital gain fosse assoggettato a tasse italiane, non estere.
Pertanto il nostro cliente, allo scopo di ricevere supporto e assistenza nonché di richiedere lo svincolo delle somme, contattava in privato il presunto consulente, il quale insisteva nella necessità di effettuare il versamento disposto, pena la negata liquidazione delle cifre investite e dei (fittizi) profitti acquisiti.
A questo punto, il nostro assistito avviava una ricerca autonoma atta a reperire notizie afferenti alla fantomatica piattaforma di investimento e trading online StonexEU: appurava la natura truffaldina della stessa e realizzava che il suo caso era assolutamente speculare a quello di molte altre ignare vittime.
In particolare, capiva che i presunti truffatori avevano semplicemente simulato l’esistenza di investimenti i quali, in realtà, non erano mai stati effettuati per suo conto; che la stessa piattaforma rappresentava solo uno stratagemma per indurlo a versare denaro per importi sempre maggiori.
Decideva, dunque, di rivolgersi al nostro Studio Legale Avvocato Penalista H24 e affidarsi a un avvocato crypto esperto nella materia delle criptovalute e delle truffe online, ricevendo prontamente una scrupolosa consulenza da cui è derivata la strategia legale che ha condotto al recupero parziale delle somme indebitamente corrisposte.
Come il Team Avvocato Penalista h24 è intervenuto a tutela del nostro cliente
Una volta che ci veniva prospettata la situazione assolutamente delicata, comprendevamo immediatamente l’urgenza del caso, essendo perfettamente evidente – alla luce di tutto quello che avevamo avuto modo di constatare – che il nostro assistito avesse patito una truffa ben orchestrata e che, nello specifico, i soldi inviati sui conti correnti esteri indicati dai sedicenti brokers finanziari non fossero mai stati realmente investiti.
Il nostro cliente aveva infatti effettuato versamenti, attraverso diversi bonifici bancari, per conto di una fantomatica piattaforma di investimento e trading online a noi più volte segnalata, essendo quindi a noi ben noto il modus operandi dei presunti truffatori e la loro particolare abilità nel circuire ignari risparmiatori attraverso ingegnose tecniche manipolative e promesse di guadagni ingenti, facili e veloci.
Noi professionisti dello Studio Legale Avvocato Penalista H24 provvedevamo tempestivamente all’approfondimento di tutta la documentazione che ci veniva consegnata dal nostro assistito per predisporre le opportune azioni legali volte al recupero cryptovalute oggetto della truffa afferente al falso trading online perpetrata ai suoi danni.
In particolare, procedevamo ad un’analisi completa dei versamenti che il nostro cliente, come già precedentemente argomentato nell’articolo in lettura, aveva corrisposto a favore di società estere realmente esistenti attraverso bonifici bancari su conti correnti aperti presso Istituti di Credito che si trovavano fuori dal territorio nazionale.
Analizzando il materiale che avevamo a nostra disposizione, notavamo prontamente che detti versamenti facessero riferimento a società di diritto effettivamente operanti all’estero le quali, paradossalmente, si trovavano beneficiarie di pagamenti da parte del nostro assistito nonostante avessero un oggetto sociale del tutto differente rispetto a quello relativo agli investimenti online.
Ci concentravamo dunque sulla formulazione di richieste stragiudiziali di rimborso delle somme indebitamente corrisposte dal nostro cliente direttamente alle società beneficiarie degli importi versati, informando le stesse di tutto quanto si era verificato e del fatto che i versamenti avessero relazione con la truffa di falso trading online di cui era rimasto vittima il nostro assistito.
All’interno delle richieste stragiudiziali, infatti, dimostravamo che tutti i pagamenti del nostro cliente fossero stati effettuati per dei (presunti) investimenti online e che, chiaramente, detta attività non coincideva minimamente con l’oggetto sociale delle società estere beneficiarie degli stessi pagamenti, fornendo in tal modo la prova che le menzionate società fossero semplicemente uno strumento utilizzato dai presunti truffatori per avocare i soldi illecitamente sottratti alle vittime delle truffe afferenti al falso trading online e provvedere, in tal modo, al successivo riciclaggio del denaro.
Siffatta circostanza si è rivelata di fondamentale importanza poiché ha permesso al nostro assistito di rientrare in possesso immediatamente di una parte delle somme che aveva indebitamente destinato al falso investimento online.
A tal proposito lo Studio Legale Avvocato Penalista H24 segnala che, dopo aver garantito specifica documentazione della truffa subita dal nostro cliente e dell’attività illecita posta in essere dai presunti truffatori per conto della piattaforma truffaldina, una delle società estere beneficiarie dei pagamenti ha deciso di provvedere al rimborso dell’importo ingiustamente versato dal nostro assistito a favore della stessa.
Ti allego in seguito la conversazione – su piattaforma di messaggistica istantanea Whatsapp – attraverso cui il nostro cliente ci avvisava di aver ricevuto, mediante bonifico bancario, la cifra pari a euro 5.000,00.
Aver provveduto al recupero cryptovalute a favore del nostro assistito, averlo aiutato a non perdere del tutto i risparmi duramente accumulati nel corso della sua vita rappresenta per il nostro Team Avvocato Penalista H24 la migliore soddisfazione e la più grande ricompensa.
Truffa di falso trading online: una pratica ormai dilagante
Abbiamo affrontato diversi casi di truffa rapportabili a quello che hai appena letto e ti consigliamo di prestare molta attenzione: prima di fare qualsiasi passo, soprattutto quando decidi di effettuare degli investimenti importanti, consulta il nostro Team Avvocato Penalista H24 di esperti in materia. Una consulenza on line h24 preventiva può salvare il tuo portafoglio. Diversamente, se hai già investito e hai la percezione di essere stato truffato, potrai sicuramente rivolgerti al nostro Studio Legale per capire come recuperare il tuo capitale.
Attraverso il topic che ho posto alla tua attenzione in questo articolo, ti ho fornito soltanto alcuni dettagli sulle dinamiche con cui il nostro Team Avvocato Penalista H24 è riuscito, con prontezza ed efficacia, a ottenere il Recupero Cryptovalute a favore del nostro cliente, dopo che lo stesso era rimasto vittima di condotte che all’evidenza assumono i caratteri tipici di una truffa di falso trading online.
Se hai bisogno di ulteriori informazioni o di una nostra consulenza, se vuoi che uno dei nostri avvocati ti illustri maggiori particolari sulle nostre metodiche di approccio e sui gratificanti risultati conseguiti in una pluralità di casi nonché sul concreto, completo e costante supporto legale che possiamo offrirti, non perdere altro tempo. Interpellaci.
Intanto, prosegui nella lettura per avere un quadro generale su due argomenti di grande rilevanza e attualità: il falso trading online e le criptovalute.
Come potrai immaginare, il raggiro macchinato a discapito del nostro assistito è l’ennesima conferma che le truffe afferenti al falso trading online incarnano uno dei fenomeni economico-criminali statisticamente più spietati in termini di vittime e più estesi quanto a dannosità patrimoniale, producendo ogni anno un volume di profitti illeciti di milioni di euro e polverizzando i risparmi di una vita di chi si lascia sedurre dalla chimera dei guadagni fuori mercato senza fatica a fronte di continue richieste di denaro travestite da investimenti a rischio zero e si fa trascinare in un gioco perverso da cui è possibile tirarsi fuori solo mettendosi in mani esperte.
Si tratta di un sistema estremamente subdolo, fatto di sottili tecniche di manipolazione psicologica e di pratiche fraudolente sempre più sofisticate realizzate verosimilmente in maniera seriale e attraverso un sodalizio criminale in cui ogni membro ha uno specifico compito: adescamento, gestione delle piattaforme truffaldine, trasferimento e occultamento dei fondi illeciti.
Il meccanismo di truffa si articola, dunque, idealmente in diverse fasi, ciascuna delle quali contribuisce a rafforzare l’inganno perpetrato ai danni delle vittime.
Nello schema ricorrente, la truffa nasce da un contatto diretto tra vittima e truffatore. Detto contatto può avvenire telefonicamente attraverso utenze recanti solitamente prefisso straniero; tramite le più diffuse piattaforme di messaggistica istantanea Whatsapp/Telegram; a mezzo e-mail; mediante app di incontri; per il tramite di banner pubblicitari accattivanti – presenti sulle comuni piattaforme social Facebook/Instagram o sui comuni motori di ricerca – sponsorizzanti proposte di investimenti create ad hoc grazie all’uso illecito di marchi e loghi di importanti aziende.
In ogni caso, la vittima si trova in una posizione di effettivo svantaggio rispetto al truffatore, il quale consapevolmente ricorre allo strumento della rete che gli consente di schermare facilmente la propria identità.
Ed infatti l’operatore di turno, professandosi come broker esperto e qualificato, illustra la possibilità di investimenti certi e garantiti e di fruttuosi guadagni proponendo l’iscrizione a una piattaforma sponsorizzata di trading online.
Spinta dalla volontà di gestire nella maniera più appropriata i propri risparmi e avere la possibilità di trarne vantaggiosi profitti e, al contempo, allettata dalle prospettive ingegnosamente offerte, la vittima si determina a procedere alla registrazione sulla fantomatica piattaforma, su cui la stessa crede di visualizzare il proprio wallet virtuale.
Fin da principio, il truffatore promette miracoli finanziari a fronte di un piccolo investimento iniziale. La vittima, seppur avesse il minimo sospetto potesse trattarsi di una truffa ai suoi danni, accetta il rischio lasciandosi convincere dall’idea che nella peggiore delle ipotesi la perdita sarà irrisoria.
Interessante è l’intervento giurisprudenziale (Cassazione penale Sez. II sentenza n. 26775 del 14 luglio 2021) secondo cui in tema di Truffa, gli artifici e i raggiri rilevanti ai fini della configurazione del reato non si esauriscono nella produzione di falsa documentazione o nella manipolazione di dati contabili, ma possono consistere anche nella falsa rappresentazione delle proprie qualità professionali e competenze tecniche, quando tale condotta sia idonea a carpire la fiducia delle potenziali vittime e sia causalmente efficiente nell’indurle in errore. In particolare, nel caso di investimenti finanziari, il presentarsi falsamente come esperto di trading finanziario e inventore di sistemi di negoziazione in grado di garantire elevati rendimenti costituisce un artificio penalmente rilevante, non potendosi invocare il concetto di dolus bonus tipico delle trattative commerciali quando la condotta dell’agente si fondi interamente su una rappresentazione mendace delle proprie qualifiche e capacità professionali. L’ingiusto profitto causalmente collegato a tale condotta comprende non solo le somme versate dalle vittime a seguito della produzione di falsi rendiconti attestanti rendite inesistenti, ma anche quelle erogate nella fase iniziale del rapporto sulla base dell’affidamento riposto nelle millantate competenze dell’agente. La natura intrinsecamente aleatoria del contratto di investimento non esclude la configurabilità del reato quando l’attività di intermediazione finanziaria sia svolta da un soggetto privo delle necessarie qualifiche professionali, il quale mente circa le proprie competenze tecniche e la reale natura speculativa dell’operazione.
Il sedicente broker pone in essere una serie di subdole operazioni artificiosamente indirizzate a instillare credibilità e a carpire la fiducia della vittima.
In particolare, si pone disponibile a intrattenere conversazioni quotidiane, a fornire chiarimenti utili, a consigliare le migliori strategie di investimento utilizzando la piattaforma sponsorizzata, spingendosi – per far apparire tutto in regola – a condividere informazioni personali oltre ai suoi recapiti telefonici e/o all’indirizzo e-mail. Abbindola, dunque, la vittima dimostrando grandi doti persuasive ed estrema abilità a muoversi all’interno del panorama del trading e altresì mostrandole grafici relativi all’andamento dei mercati e agli ingenti (falsi) guadagni ottenuti da altre persone. La vittima ha l’effettiva percezione di trovarsi all’interno di un sistema rodato e strutturato, gestito da operatori seri e affidabili, e finisce per determinarsi a intraprendere l’attività di (presunto) trading online acquistando criptovalute associate alla blockchain in cui ha intenzione di investire. Con espedienti di ogni tipo, la stessa vittima può essere altresì indotta:
- A cedere i documenti di riconoscimento e a condividere dati sensibili;
- Ad accendere un nuovo conto presso un Istituto di Credito diverso da quello di appartenenza, persuasa dal pretesto adducente la necessità di avere un solo conto dedicato alla piattaforma;
- Ad aprire un conto su una delle comuni Exchange per la conversione di euro in USDT;
- A scaricare l’applicazione Anydesk per il controllo da remoto del proprio dispositivo, affidandosi all’esperienza millantata dal sedicente broker.
Persuasa dell’affidabilità del presunto consulente nonché estasiata dai profitti mostrati all’interno della piattaforma e sicura del fatto che la stessa continui a generare guadagni, la vittima accondiscende alle richieste del truffatore di incrementare i propri investimenti.
I fantomatici investimenti vengono effettuati tramite versamenti su conti correnti aperti in Italia e/o all’estero ovvero attraverso transazioni sulle comuni Exchange di criptovalute (su presunti wallets virtuali riconducibili agli stessi truffatori).
Spesso, le richieste di denaro sono supportate da documentazioni e comunicazioni false che contribuiscono a tenere nell’inganno la vittima e a ottenere sempre più soldi.
La Corte di Cassazione si è espressa in maniera pressoché costante: la truffa commessa dal promotore finanziario abusivo che percepisce denaro da privati per investimenti può essere considerata come reato a consumazione prolungata, a seconda delle modalità operative. Si ha reato istantaneo quando vengono conclusi singoli contratti di mandato in forza dei quali l’agente, ottenuto il versamento delle somme, effettua l’investimento – in tal caso il reato si consuma al momento della diminuzione patrimoniale e dell’ingiustificato arricchimento. Si configura invece come reato a consumazione prolungata quando, sulla base di un accordo iniziale, il cliente effettua periodici versamenti scaglionati nel tempo (come nei piani di accumulo): in questa ipotesi la percezione dei singoli emolumenti è riconducibile ad un originario e unico comportamento fraudolento […] (Cassazione penale Sez. V sentenza n. 22258 del 8 giugno 2022).
Inizialmente, dal (presunto) wallet virtuale della piattaforma emergono succulenti interessi maturati sui risparmi, fattore che consolida nella vittima la bontà dell’investimento.
Le richieste di pagamento diventano, tuttavia, sempre più incalzanti fino ad essere materialmente insostenibili. Per di più, accumulata una cifra considerevole nel proprio (presunto) portafoglio virtuale, la vittima generalmente decide di monetizzare i propri guadagni, desiderosa di incassare le percentuali maturate. Tuttavia, a fronte delle richieste di prelievo, vengono rappresentate dal truffatore fasulle complicazioni che impediscono di ottenere il capitale comprensivo di effettivi investimenti e (fittizi) guadagni e vengono altresì inoltrate continue richieste di denaro a titolo di tasse e/o commissioni con l’espediente di sbloccare i fondi depositati.
La leva psicologica gioca come sempre un ruolo fondamentale: la vittima, sentendosi minacciata dalla possibilità – rappresentata dal sedicente broker e spesso supportata da fake e-mail provenienti dalle più svariate Governance – di bloccare tutto il capitale investito e vedere svaniti, dunque, i risparmi di una vita, si presta a versare le somme richieste.
Per contro, il prelievo non viene accordato. Anzi, le richieste di pagamento proseguono, artificiosamente giustificate dalla più fantasiosa aneddotica. In alternativa, può accadere che il truffatore diventi sempre più sfuggente, fino a defilarsi completamente.
Di conseguenza, solo dopo aver subito un esborso economico non indifferente, la vittima prende coscienza di essere stata truffata.
I grafici dimostrativi dei guadagni generati all’interno della piattaforma non corrispondono alla realtà e hanno avuto il solo scopo di indurla a corrispondere denaro per importi sempre maggiori, ingolosita dai finti profitti derivanti dalla (presunta) attività di trading.
Nessun investimento è stato fatto per suo conto.
La piattaforma afferisce a movimentazione non reale e funge semplicemente da specchietto per le allodole affinché ignari risparmiatori ingenuamente versino ingenti somme di denaro.
Le criptovalute: uno strumento ideale per le transazioni illegali
Per prendere in disamina il mercato delle criptovalute, ti cito una recente pronuncia giurisprudenziale della Suprema Corte: in tema di Truffa mediante investimenti in criptovalute, integra gli estremi del reato di cui all’art. 640 c.p. la condotta di chi, prospettando la possibilità di realizzare notevoli guadagni attraverso versamenti in denaro destinati alla conversione in valuta virtuale, induce la vittima a effettuare versamenti su una carta di credito nella propria disponibilità, senza che l’operazione prospettata si realizzi e senza restituire quanto versato. La responsabilità dell’agente sussiste anche quando il suo contributo si inserisce in un più ampio contesto fraudolento riconducibile a una società proponente gli investimenti, qualora sia dimostrata la strumentalità dell’operazione di versamento delle somme sulla carta ricaricabile nella sua disponibilità e la consapevolezza dell’apparato truffaldino, desumibile dalle reazioni aggressive alle rimostranze della vittima per il mancato adempimento delle obbligazioni promesse. Ai fini della configurabilità del reato non rileva la consapevolezza da parte della vittima della generale rischiosità degli investimenti in criptovalute, quando gli artifizi e raggiri siano specificamente diretti a carpire la buona fede del soggetto passivo attraverso false prospettazioni di guadagno (Cassazione penale Sez. II sentenza n. 27393 del 22 giugno 2023).
La scena finanziaria degli ultimi decenni, a partire dall’introduzione del Bitcoin nel 2009, ha visto l’utilizzo crescente delle criptovalute, assets digitali che, per la loro natura proteiforme, possono essere utilizzate sia come mezzo di scambio per l’acquisto di beni e servizi sia come strumenti finanziari con finalità di investimento.
La definizione che il legislatore italiano dà con riferimento alle valute virtuali si rinviene nell’art. 1 del dlgs 231/2007 modificato dal dlgs 4 ottobre 2019, n. 125 dove la moneta virtuale viene definita (cfr. lett. qq) “la rappresentazione digitale di valore, non emessa né garantita da una banca centrale o da un’autorità pubblica, non necessariamente collegata a una valuta avente corso legale, utilizzata come mezzo di scambio per l’acquisto di beni e servizi o per finalità di investimento e trasferita, archiviata e negoziata elettronicamente”.
Si tratta di un sistema finanziario decentralizzato, basato sulla tecnologia della Blockchain e sull’utilizzo della crittografia che garantisce la sicurezza delle transazioni. Nonostante la volatilità del mercato, affidabilità e dinamicità lo contraddistinguono, consentendo anche a investitori non esperti di operare in ambito internazionale.
Tuttavia, la mancanza di un’autorità centrale ha aumentato il rischio di attività illecite, rendendo le criptovalute uno strumento ormai privilegiato dai truffatori per occultare i proventi indebitamente ottenuti.
Difatti, la configurazione del sistema di acquisto di bitcoin (o valuta virtuale in generale) garantisce un alto grado di anonimato (sistema cosiddetto “permissionless”) e l’assenza di un qualsivoglia controllo sull’ingresso di nuovi “nodi” e sulla provenienza del denaro convertito, osteggiando l’individuazione dei flussi di denaro oggetto di condotte fraudolente e impedendo la persecuzione dei responsabili delle frodi.
A tal proposito, l’Unione Europea ha intrapreso una serie di misure regolatorie, tra cui l’introduzione del Regolamento MiCA (Regolamento sui Mercati delle Criptovalute) – approvato nel 2023 – che impone standard di trasparenza e obblighi di registrazione per gli emittenti di cripto-attività e per i prestatori di servizi relativi a tali cripto-attività. L’intervento dell’Unione Europea ha l’obiettivo di bilanciare l’innovazione tecnologica con la protezione degli investitori e la stabilità finanziaria, fornendo un quadro normativo chiaro per il settore degli assets digitali che riduca il rischio di manipolazioni e frodi e faciliti lo sviluppo e la competitività della cripto-attività in Europa.
I nostri consigli…anti truffe online
Essere vittima di una truffa online è una tragedia che coinvolge l’offeso e, certamente, chi gli sta intorno con conseguenze dirette per la vita di tutti: vedere dileguati i propri risparmi ha un impatto devastante non solo sul piano economico ma anche sul benessere psicologico e sulla qualità della vita, personale e familiare.
Noi specialisti dello Studio Legale Avvocato Penalista H24 siamo pronti ad assumerci le tue ansie e a dirimere i tuoi dubbi. Siamo pronti ad aiutarti.
Per noi l’assistito rappresenta la priorità.
Per tale motivazione, ritengo opportuno fornirti una serie di consigli utili al fine di tutelarti dal pericolo di cascare in una trappola sempre più incombente e pervasiva quale è quella delle truffe online.
L’assenza di cultura finanziaria nella maggior parte della popolazione rappresenta, infatti, un terreno assai fertile di cui le stesse si servono per proliferare.
Promuovere una solida educazione alla sicurezza informatica, sensibilizzando gli utenti sulle modalità di riconoscimento delle frodi online, rappresenta dunque una strategia precauzionale di grande efficacia.
Solo una migliore ed organica conoscenza delle regole e della sub–cultura che permea l’organizzazione delle truffe online può consentire di strutturare con massimo profitto l’azione preventiva.
Innanzitutto, ti invito a diffidare di chi prospetta potenzialità di guadagno in percentuali di entità sproporzionata a fronte di investimenti sponsorizzati come sicuri e garantiti.
Qualora decidessi di investire il tuo capitale, ti esorto a non essere precipitoso, a fare attività di trading online solo con broker e su piattaforme di comprovata affidabilità.
Al riguardo, puoi verificare sui siti web della Consob, della Banca d’Italia e dell’Esma se nei confronti delle piattaforme sponsorizzate siano stati emessi eventuali alert circa una abusiva offerta di servizi finanziari e se i fantomatici brokers siano in possesso di autorizzazioni effettivamente conseguite su siti governativi. Nel dubbio, puoi rivolgerti a uno dei nostri avvocati esperti in materia che controllerà per tuo conto.
Procedi con estrema cautela altresì nella condivisione dei tuoi dati sensibili. Se finiscono in mani sbagliate, possono essere utilizzati per perpetrare successive truffe a tuo nome.
Attento a non cadere nell’ulteriore trappola dei presunti avvocati e/o consulenti di fantomatiche società specializzate nel recupero fondi persi in seguito a truffe online che, con il pretesto di sbloccare i rimborsi del capitale precedentemente investito, richiedono il pagamento di ulteriori somme di danaro a titolo di commissioni per la presunta pratica di recupero: si tratta di una vera e propria estorsione.
Tieniti informato sulle tecniche più all’avanguardia utilizzate dai truffatori.
Puoi consultare il nostro sito internet Avvocato Penalista h24, costantemente aggiornato.
Perchè scegliere lo Studio Legale Avvocato Penalista h24 se sei vittima di una truffa online
Se anche tu ritieni di essere stato truffato attraverso le modalità narrate in questo articolo o ti riconosci in una tipologia diversa di truffa online, è necessario che tu agisca rapidamente. Affidati a uno dei nostri competenti avvocati, dotato di specifiche qualifiche professionali in ambito di diritto nazionale e internazionale, con cui disporre le azioni legali più opportune per il recupero del tuo capitale.
Clicca qui per scoprire il Nostro Team di Avvocati Penalisti.
Avendo supportato legalmente diverse persone che hanno patito truffe online, abbiamo maturato competenze notevoli oltre che una vasta esperienza.
Lo Studio Avvocato Penalista H24 rappresenta, infatti, un punto di riferimento per chi necessita di assistenza legale in materia di truffe online. Grazie a un Team di professionisti altamente specializzati nel diritto penale e nella criminalità economica, lo Studio offre ausilio alle vittime:
- Fornendo consulenze personalizzate per affrontare al meglio le problematiche legate alle frodi informatiche e al recupero dei beni illecitamente sottratti. Clicca qui per sapere come svolgiamo il servizio di consulenza online h24;
- Assistendo i clienti in tutte le fasi del procedimento penale, a partire dalla redazione della denuncia/querela. Leggi le nostre recensioni su Google e scopri cosa dicono gli utenti del nostro Studio Legale e della nostra attività professionale;
- Avvalendosi della collaborazione con esperti di finanza forense, investigatori privati e specialisti in cybersecurity per rintracciare i proventi illeciti e predisporre le migliori strategie difensive. Leggi qui i casi trattati e risolti dal Team dello Studio Legale Avvocato Penalista H24 .
- Operando su scala internazionale – in stretta cooperazione con organismi come INTERPOL e EUROPOL – così da facilitare lo scambio di informazioni, accelerare le procedure investigative e avviare procedimenti penali su larga scala.
Se anche tu sei stato vittima di truffa online non esitare dunque a interpellarci.
Riceverai una valutazione completa del tuo caso e intavoleremo la strategia difensiva più adeguata. Metteremo le nostre competenze a tua disposizione.
Scrivici e facci sapere da dove ci contatti, concorderemo un appuntamento online o nella nostra sede più vicina.
Compila il form che trovi in fondo a questa pagina oppure clicca sul pulsante WhatsApp che vedi in sovraimpressione.