Il Rimborso Cryptovalute rappresenta il fulcro dell’articolo che ti appresti a leggere.
A seguito di una duplice truffa artatamente orchestrata ai danni di un nostro cliente, lo Studio Legale Avvocato Penalista h24 ha conseguito ancora una volta il suo obiettivo prioritario: aiutarlo a recuperare buona parte del capitale investito per un falso trading online – a fronte della prospettiva di lauti profitti giammai intervenuti – e che, di conseguenza, sembrava ormai perso.
Come avrai potuto comprendere, quella esaminata è una materia complessa, delicata e richiede particolari e specifiche competenze professionali in ambito di diritto nazionale e internazionale che non tutti gli avvocati posseggono.
È sempre consigliabile, dunque, nel caso in cui tu non sappia a chi rivolgerti in seguito ad una truffa online, affidarsi a un valido e qualificato Avvocato per Truffa online esperto nella materia giuridica trattata di modo che, fin da subito, vi sia la massima garanzia del diritto di difesa, disponendo la strategia difensiva più opportuna al caso specifico.
Abbiamo già affrontato e risolto diversi processi con riferimento alla tematica del falso trading online: leggi i casi risolti del nostro Studio Legale.
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Appurerai che la nostra massima disponibilità e reperibilità, la nostra totale dedizione, l’impegno professionale profuso consentono, il più delle volte, di raggiungere l’obiettivo prefisso.
Capirai perché molti clienti nutrono tanta riconoscenza nei nostri confronti.
Lo Studio Legale Avvocato Penalista h24 rappresenta un punto fermo per le vittime di truffe online.
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Anamnesi delle criptovalute
Prima di raccontarti nello specifico cosa è accaduto al nostro assistito, voglio introdurti nell’intricato mondo delle criptovalute.
Le nuove tecnologie, favorite dai progressi della crittografia – ovvero dell’applicazione di metodi che servono per rendere un messaggio comprensibile/intelligibile solo a persone autorizzate a leggerlo – e dalle evoluzioni della rete Internet, stanno determinando un cambiamento radicale nell’economia globale, con particolare riferimento al settore finanziario, sotto il profilo delle modalità di scambio di beni, servizi e ogni attività finanziaria.
Tra le più significative applicazioni della tecnologia digitale al settore finanziario spicca la nascita e la diffusione delle “criptovalute” (o “valute virtuali”), la più nota delle quali è il Bitcoin, introdotto nel 2009.
Secondo l’OAM – l’Organismo Agenti e Mediatori che, tra l’altro, monitora il mercato delle cripto-attività in Italia – nel mese di marzo 2024 1,3 milioni di italiani possedevano cripto-attività per un valore di mercato che superava i 2,7 miliardi di euro.
La definizione che il legislatore italiano dà con riferimento alle valute virtuali si rinviene nell’art. 1 del dlgs 231/2007 modificato dal dlgs 4 ottobre 2019, n. 125 dove la moneta virtuale viene definita (cfr. lett. qq) “la rappresentazione digitale di valore, non emessa né garantita da una banca centrale o da un’autorità pubblica, non necessariamente collegata a una valuta avente corso legale, utilizzata come mezzo di scambio per l’acquisto di beni e servizi o per finalità di investimento e trasferita, archiviata e negoziata elettronicamente”.
Ricapitolando, le criptovalute:
- sono valute “nascoste” (come si evince dalla stessa nomenclatura), nel senso che sono visibili/utilizzabili solo conoscendo un determinato codice informatico (le cosiddette ”chiavi di accesso” pubblica e privata, in linguaggio tecnico);
- non esistono in forma fisica, si generano e si scambiano esclusivamente per via telematica;
- non sono regolate da enti centrali governativi, sono generalmente emesse e controllate dall’ente emittente secondo regole proprie a cui i membri della comunità di riferimento accettano di aderire;
- non hanno corso legale e dunque l’accettazione come mezzo di pagamento è su base volontaria;
- per la loro natura proteiforme, possono essere utilizzate sia come mezzo di scambio per l’acquisto di beni e servizi sia come strumenti finanziari con finalità di investimento;
- ove ci sia consenso tra i partecipanti alla relativa transazione, possono essere scambiate in modalità peer-to-peer (ovvero tra due dispositivi direttamente, senza necessità di intermediari);
- sono caratterizzate da un’elevata volatilità: i prezzi delle principali criptovalute sono soggetti a fluttuazioni molto ampie, anche all’interno delle stesse giornate, risultando altamente inefficiente – per non dire impossibile – prezzare beni e servizi in unità di criptovalute.
Si tratta dunque di un sistema finanziario decentralizzato e basato sulla tecnologia della Blockchain (in italiano si traduce letteralmente “catena di blocchi”), un registro pubblico che può memorizzare in ordine cronologico le transazioni tra due parti in modo sicuro (mediante l’uso della crittografia), verificabile e permanente. I partecipanti al sistema vengono definiti “nodi” e sono connessi tra di loro in maniera distribuita. Per facilitarti la comprensione, immagina un insieme di blocchi fra loro concatenati: ogni blocco è identificato da un codice, contiene le informazioni di una serie di transazione e contiene il codice del blocco precedente, così che sia possibile ripercorrere la catena a ritroso, fino al blocco originale. Tutti i nodi della rete memorizzano tutti i blocchi e quindi tutta la Blockchain.
Una volta emesse, le valute virtuali possono essere acquistate e/o vendute su una piattaforma di scambio (cosiddetta Exchange Platform) utilizzando denaro a corso legale.
Le piattaforme di scambio su cui si acquistano e vendono valute digitali non sono attualmente regolamentate. L’assenza di un quadro giuridico preciso determina l’impossibilità di attuare un’efficace tutela legale e/o contrattuale degli interessi dei consumatori/investitori, i quali possono, pertanto, trovarsi esposti a dover subire importanti perdite economiche, ad esempio in caso di condotte fraudolente, fallimento o cessazione di attività delle piattaforme online di scambio presso cui vengono custoditi i portafogli digitali personali (i cosiddetti e-wallets).
In un contesto di assenza di obblighi informativi e di regole di trasparenza, le piattaforme di scambio sono altresì esposte a elevati rischi operativi e di sicurezza: esse, infatti, a differenza degli intermediari autorizzati, non sono tenute ad alcuna garanzia di qualità del servizio né devono rispettare requisiti patrimoniali o procedure di controllo interno e gestione dei rischi, con conseguente elevata probabilità di frodi ed esposizione al cybercrime.
Le criptovalute offrono certamente molti potenziali vantaggi, tra cui una maggiore velocità ed efficienza nei pagamenti e nelle rimesse estere, promuovendo altresì l’inclusione finanziaria. Nonostante la volatilità del mercato, affidabilità e dinamicità infatti le contraddistinguono, consentendo anche a investitori non esperti di operare in ambito internazionale.
Tuttavia, la mancanza di un’autorità centrale nonché la natura relativamente anonima delle valute digitali (sistema cosiddetto “permissionless”) e l’assenza di un qualsivoglia controllo sull’ingresso di nuovi “nodi” e sulla provenienza del denaro convertito ostacolano l’individuazione dei flussi di denaro oggetto di condotte fraudolente e intralciano la persecuzione dei responsabili delle truffe, rendendo le criptovalute molto attraenti per i criminali, i quali le utilizzano per diverse attività illegali.
Lo sviluppo di risposte di policy efficaci in merito alle sfide poste dalle criptovalute è ancora in una fase embrionale ed è altamente presumibile che, nel prossimo futuro, interverranno ulteriori sviluppi.
Si parla di un ambito difficile da disciplinare, rientrando nella competenza di differenti soggetti pubblici a livello nazionale e operando, al contempo, su scala globale. Molti sistemi di scambio sono del tutto opachi e attivi al di fuori del sistema finanziario convenzionale, fattore che rende difficile monitorarne l’operatività.
L’Unione Europea ha introdotto una serie di misure regolatorie comuni a tutti i paesi membri. Le novità comportano alcuni cambiamenti in termini di tutele per chi acquista e vende cripto-attività.
A tal proposito, il Regolamento MiCA (Regolamento sui Mercati delle Criptovalute) – approvato nel 2023 – impone standard di trasparenza e obblighi di registrazione per gli emittenti di cripto-attività e per i prestatori di servizi relativi a tali cripto-attività. Gli stessi sono soggetti alla normativa antiriciclaggio e sono obbligati a segnalare all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) istituita presso la Banca d’Italia eventuali transazioni sospette per prevenire e contrastare il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.
Sono previste sanzioni penali in caso di mancato rispetto di quanto previsto dal regolamento MiCA in materia di accesso al mercato. Inoltre, sono previste specifiche sanzioni amministrative per i casi di abuso, comunicazione illecita di informazioni privilegiate e manipolazione del mercato.
L’intervento dell’Unione Europea ha l’obiettivo di bilanciare l’innovazione tecnologica con la protezione degli investitori e la stabilità finanziaria, fornendo un quadro legislativo chiaro per il settore degli assets digitali che riduca le probabilità di manipolazioni e frodi e faciliti lo sviluppo e la competitività della cripto-attività in Europa.
Sembra, al riguardo, auspicabile che le autorità calibrino i contenuti delle future normative in modo da affrontare adeguatamente i rischi, senza, tuttavia, soffocare oltremodo l’innovazione. Gli organismi internazionali stanno giocando un ruolo importante nell’identificazione e nella valutazione dei “pericoli” connessi alle valute virtuali e potrebbero senz’altro contribuire a facilitare il processo di sviluppo e di affinamento delle politiche regolatorie a livello nazionale, per il tramite di accordi di cooperazione internazionale in settori quali lo scambio di informazioni e lo svolgimento di indagini nel perseguimento dei reati transfrontalieri.
Guardate come fase primordiale di un più ampio processo di sperimentazione tecnologica e finanziaria, le criptovalute potrebbero dunque utilmente piantare le basi per dar vita a soluzioni capaci di rendere più efficiente o, secondo i più ottimisti, di trasformare radicalmente l’attuale sistema economico.
La duplice truffa posta in essere ai danni del nostro cliente
Spinto dalla volontà di gestire nella maniera più appropriata i propri risparmi e avere la possibilità di trarne vantaggiosi profitti, il nostro assistito avviava – a mezzo Internet – una ricerca autonoma finalizzata alla scelta di una piattaforma di investimento e trading online affidabile attraverso cui investire in modo semplice e sicuro.
Impostando i parametri rispondenti a “Intelligenza Artificiale applicata alla finanza”, il nostro cliente veniva attirato dalla piattaforma di investimento e trading online denominata Webtrader.quantumwins – con pagina web, nel momento in cui è stata realizzata la truffa, rinvenibile al seguente indirizzo https://webtrader.quantumwins.com/ (sito web attualmente non più censito in Google) – che offriva servizi di consulenza e gestione degli investimenti con l’opportunità di effettuare operazioni di trading online sul mercato forex, criptovalute e Cfd, oltre a fantomatiche “risorse per la formazione del trader”.
Ingolosito dalle importanti potenzialità di guadagno connesse alla sopra menzionata piattaforma e conquistato dal suo primato nell’impiego dell’Intelligenza Artificiale (AI), il nostro assistito decideva di iscriversi alla stessa, intenzionato ad investire piccole somme.
Successivamente all’invio della sua candidatura, il nostro cliente veniva contattato da un presunto Account Manager della piattaforma Webtrader.quantumwins per avviare le procedure di registrazione.
In tale occasione, al nostro assistito veniva richiesto di scaricare l’applicazione di messaggistica istantanea Telegram, essendo indicata come necessaria per procedere con gli investimenti.
Con l’avvenuta registrazione, il nostro cliente veniva contattato – tramite la suddetta applicazione Telegram – da un sedicente broker, il quale si presentava come suo consulente di riferimento per la (presunta) attività di trading online e gli illustrava la possibilità di investimenti certi e garantiti e profitti facili e considerevoli mediante l’utilizzo della fantomatica piattaforma sponsorizzata.
Con l’espediente di dover attivare le operazioni di trading, oltre a un primo versamento di importo minimo venivano richiesti al nostro assistito i propri documenti di riconoscimento (una prova di identità mediante l’invio di un documento rilasciato dal Governo; altri dati sensibili) che purtroppo indebitamente cedeva.
Il nostro cliente, inizialmente, non titubava circa la reale consistenza di quanto prospettatogli, dell’assistenza ricevuta e delle stesse operazioni raccomandate in quanto il sedicente consulente di riferimento si mostrava disponibile ad intrattenere conversazioni pressoché giornalmente e a fornirgli chiarimenti e consigli utili per la (presunta) attività di trading online, dimostrando grande esperienza in campo di mercato e di finanza ed estrema abilità a muoversi all’interno del panorama del trading.
La convinzione della bontà dell’investimento veniva altresì consolidata nel nostro assistito da un profitto pari a euro 100,00 maturato sul suo deposito iniziale di euro 250,00 che emergeva dal (presunto) wallet virtuale visualizzato sulla fantomatica piattaforma Webtrader.quantumwins.
Persuaso da tale scenario, il nostro cliente si determinava a perseverare nella sua (presunta) attività di trading online.
A fronte del modico investimento iniziale, il nostro assistito veniva indotto a versare somme di denaro per importi crescenti con l’artificio di avere a disposizione un ammontare cospicuo per una proficua attività di trading e con la prospettiva di aumentare il suo capitale.
In buona sostanza, gli veniva fatto credere che maggiore era il capitale investito, maggiori sarebbero state le percentuali di guadagno.
Il nostro cliente, avendo la possibilità di constatare l’ottimo andamento dei propri investimenti attraverso grafici dimostrativi dei profitti generati all’interno della piattaforma Webtrader.quantumwins, si persuadeva dunque a investire cifre via via più congrue non comprendendo, invece, che la stessa piattaforma fosse gestita direttamente da remoto dai presunti truffatori e che facesse riferimento a movimentazioni di denaro non reali.
I pagamenti richiesti per gli investimenti dovevano essere effettuati tramite bonifici bancari a favore di società estere, su IBAN bancari esteri riconducibili ai presunti truffatori (su conti correnti aperti dagli stessi presso Istituti di Credito transnazionali).
Tale circostanza non era nota al nostro assistito il quale, potendo visualizzare soltanto la piattaforma su cui operava, era convinto che ogni pagamento corrisposto gli avrebbe davvero permesso di conseguire ulteriori proventi.
Una volta carpita la fiducia del nostro cliente, gli veniva delineata dal sedicente broker l’opportunità di accrescere i suoi introiti mediante investimenti in criptovalute: gli veniva spiegato che facendo operazioni di acquisto/vendita delle stesse, avrebbe potuto ottenere ingenti guadagni sfruttando l’attuale andamento del mercato.
Abbindolato dalle promesse millantate dal presunto consulente di riferimento e al contempo allettato dall’idea di generare profitti sempre più consistenti, il nostro assistito si persuadeva – dietro indicazione del suddetto consulente – ad accendere un conto presso la Exchange Crypto su cui effettuava i bonifici diretti ad acquistare criptovalute, provvedendo successivamente a trasferire le stesse su un adress wallet indicato dai presunti truffatori e verosimilmente ad essi riconducibile.
Il nostro cliente scaricava altresì l’applicazione Anydesk, mediante la quale il sedicente broker avrebbe potuto controllare da remoto il suo computer con l’espediente di seguirlo minuziosamente nelle operazioni di acquisto e di trasferimento.
Dal (presunto) portafoglio virtuale associato alla fantomatica piattaforma Webtrader.quantumwins emergevano effettivamente succulenti interessi maturati sui propri risparmi, fattore che rassicurava il nostro assistito, spingendolo a proseguire negli investimenti.
Ciò che il nostro cliente non sapeva è che tutte le manovre finora riportate erano servite a carpire la sua fiducia affinché corrispondesse ancora più soldi.
Ed infatti, sempre più frequentemente i presunti truffatori avanzavano tramite la piattaforma nuove richieste di ricarica del (presunto) wallet virtuale, onde consentire lo sblocco del sistema e continuare la (presunta) attività di trading online.
Pertanto, effettuati ulteriori versamenti e accumulata nel suo (presunto) conto portafoglio visualizzato sulla fantomatica piattaforma Webtrader.quantumwins una cifra considerevole, il nostro assistito formalizzava la sua richiesta di prelievo dei fondi depositati.
Tuttavia, i presunti truffatori rappresentavano fasulle complicazioni che impedivano di ottenere il capitale comprensivo di quanto realmente pagato e quanto (fittiziamente) guadagnato e inoltravano altresì continue richieste di denaro a titolo di tasse con l’artificio di autorizzare le stesse operazioni di prelievo.
Nello specifico, inizialmente al nostro cliente veniva fatto credere dal sedicente consulente di riferimento di dover pagare alcune somme a titolo di non meglio precisate tasse al fine di vedersi liquidare tutti i (fittizi) profitti acquisiti, con la promessa che le stesse tasse sarebbero state totalmente rimborsate una volta concretizzato l’accredito dell’intero ammontare (fittiziamente) guadagnato sul suo conto bancario.
Confidando nella liceità dell’attività del sedicente broker e, al contempo, sentendosi minacciato dalla possibilità di bloccare tutto il capitale investito e vedere, dunque, svaniti i risparmi di una vita, il nostro assistito si prestava indebitamente a versare quanto disposto.
Per contro, l’accredito promesso non interveniva. La giustificazione al mancato trasferimento dei fondi veniva accennata in una artefatta e-mail inviata al nostro cliente da un fantomatico Dipartimento Finanziario della piattaforma Webtrader.quantumwins che ribadiva la necessità di effettuare un bonifico a titolo di tassazione per completare il processo di accredito.
Siffatta circostanza creava nel nostro assistito non pochi sospetti, supportati dalla evidenza di aver già provveduto al pagamento delle presunte tasse atte a consentire la transazione del capitale dal (presunto) wallet virtuale della fantomatica piattaforma sponsorizzata al suo conto bancario.
Pertanto il nostro cliente, allo scopo di ricevere supporto e assistenza nonché di richiedere lo svincolo delle somme, contattava in privato il sedicente consulente, il quale insisteva nella urgenza di effettuare il versamento preteso, sostenendo artificiosamente che la cifra precedentemente corrisposta dal nostro assistito fosse stata devoluta non a titolo di imposta bensì a titolo di investimento.
A supporto della ingannevole argomentazione addotta, il nostro cliente riceveva una ulteriore e-mail, questa volta direttamente da parte del sedicente broker, attraverso la quale lo stesso confermava la necessità del pagamento di una fantomatica tassazione sulle plusvalenze per chiudere in via definitiva la (presunta) pratica di trasferimento dei fondi.
Gli veniva chiarito che l’importo indicato non poteva essere prelevato direttamente dall’ammontare presente nel suo (presunto) portafoglio virtuale e che il suo capitale sarebbe rimasto “congelato” fino a quando non avrebbe provveduto al pagamento.
A ulteriore sostegno di quanto pretestuosamente sollecitato, il nostro assistito riceveva una artefatta telefonata da parte di un fantomatico direttore della piattaforma Webtrader.quantumwins, il quale lo esortava a procedere al versamento imposto, pena la mancata liquidazione.
A questo punto, il nostro cliente avviava una nuova ricerca autonoma, stavolta diretta a reperire notizie capillari sulla fantomatica piattaforma di investimento e trading online Webtrader.quantumwins: appurava, suo malgrado, la natura truffaldina della stessa e realizzava che il suo caso era assolutamente speculare a quello di molte altre ignare vittime.
In particolare, capiva che i presunti truffatori avevano semplicemente simulato l’esistenza di investimenti i quali, in realtà, non erano mai stati effettuati per suo conto; che la stessa piattaforma costituiva solo uno stratagemma per indurlo a versare denaro per importi sempre maggiori.
Pressoché contestualmente ai fatti che ti ho appena descritto, il nostro assistito cadeva vittima di un secondo complesso e ben congegnato schema fraudolento, verosimilmente riconducibile al suo iniziale sopra menzionato approfondimento relativo a “Intelligenza Artificiale applicata alla finanza”.
A tal proposito, ti segnalo che il nostro cliente veniva adescato tramite contatto telefonico da parte di una utenza recante prefisso italiano che si professava broker esperto e gli proponeva di investire i suoi risparmi in maniera sicura e al contempo proficua – propinando difatti lauti guadagni – mediante la partecipazione a un fantomatico progetto a lungo termine gestito dall’intelligenza artificiale e operante per il tramite della piattaforma di investimento e trading online Meta Trader 4.
Tentato ancora una volta dall’idea di incrementare il suo patrimonio, il nostro assistito si determinava ad aderire al suddetto progetto, deciso – anche in questo caso – ad investire modiche cifre.
Con l’espediente di entrare a far parte del progetto, venivano sollecitati al nostro cliente – a mezzo email – i propri documenti di identità che, purtroppo, indebitamente cedeva anche stavolta.
Altresì in siffatta occasione il nostro assistito, inizialmente, non dubitava della bontà dell’investimento nonché della liceità dell’attività del sedicente broker in quanto lo stesso si dimostrava molto persuasivo oltre che altamente qualificato.
A fronte di un investimento iniziale modesto, il nostro cliente anche in questo caso veniva indotto – con la prospettiva di accrescere il suo capitale – a versare somme di denaro per importi sempre maggiori.
I pagamenti richiesti per gli investimenti dovevano essere effettuati tramite bonifici bancari a favore di società estere, su IBAN bancari esteri riconducibili ai presunti truffatori (su conti correnti aperti dagli stessi presso Istituti di Credito transnazionali).
Nella fattispecie, il nostro assistito – sia telefonicamente sia mediante email – veniva persuaso del fatto che, a fronte dei suoi investimenti, il capitale subiva progressivamente significativi incrementi in relazione all’andamento del Bitcoin.
Detto artificio, come ti spiegherò a breve, si rivelava di fondamentale importanza per riuscire a ottenere dal nostro cliente sempre più soldi.
Con la tattica dell’incremento correlato al valore di mercato del Bitcoin, venivano infatti addebitate al nostro assistito diverse somme a titolo di tasse in percentuali crescenti che gli avrebbero permesso di incassare il denaro investito e gli interessi maturati su di esso.
Nonostante l’indebito versamento da parte del nostro cliente di ben due importi a titolo di imposta, le richieste di pagamento proseguivano, diventando via via più incalzanti fino ad essere materialmente insostenibili.
Codeste richieste venivano supportate da documentazioni false – nello specifico una fantomatica e-mail di garanzia di investimento del (presunto) “progetto automatico” – che contribuivano a tenere nell’inganno il nostro assistito, inducendolo a corrispondere l’ammontare di volta in volta preteso.
Allorquando gli veniva significato un ulteriore incremento del suo capitale cui veniva associata una ennesima artefatta tassa, il nostro cliente – ormai insospettito circa la veridicità del (presunto) progetto di investimento – non provvedeva più a versare alcun importo.
Purtroppo, solo dopo aver subito un esborso economico non indifferente, il nostro assistito prendeva definitivamente coscienza di essere cascato anche in questo caso in un meccanismo di truffa.
Decideva, dunque, di esporre formale denuncia/querela presso il Commissariato della Polizia di Stato e di rivolgersi al nostro Studio Legale Avvocato Penalista H24, affidandosi a un avvocato crypto esperto nella materia delle criptovalute e delle truffe online. Dalla scrupolosa consulenza prontamente garantita sono derivate le azioni legali che hanno condotto al recupero parziale delle somme indebitamente corrisposte.
Le azioni legali intraprese dal nostro Team Avvocato Penalista h24 a supporto del nostro cliente
Una volta che ci veniva illustrata la situazione assolutamente delicata nonché assai complessa, comprendevamo immediatamente l’urgenza del caso e la necessità di dover predisporre l’opportuna strategia legale così da ottenere il rimborso cryptovalute oggetto della truffa afferente al falso trading online ordita ai danni del nostro assistito e assicurare i truffatori alla giustizia.
Alla luce di tutto quello che avevamo avuto modo di constatare, risultava infatti perfettamente evidente che il nostro cliente avesse patito una truffa ben macchinata e che, nella fattispecie, i soldi inviati sui conti correnti esteri indicati dai sedicenti brokers finanziari non fossero mai stati realmente investiti.
Al riguardo, ti specifico che nostro assistito aveva effettuato versamenti, attraverso diversi bonifici bancari, per conto di una fantomatica piattaforma di investimento e trading online a noi più volte segnalata, essendo quindi a noi risaputo il modus operandi dei presunti truffatori e la loro particolare abilità nel circuire ignari risparmiatori attraverso ingegnose tecniche manipolative e promesse di guadagni ingenti, facili e veloci. Altrettanto ben noto risultava a noi il contesto associativo attivo in ambito internazionale in cui i presunti truffatori operavano, essendo la piattaforma Webtrader.quantumwins stata attenzionata dalle autorità di vigilanza di diversi paesi europei, quali i Paesi Bassi, l’Estonia, la Spagna e il Belgio.
Noi professionisti dello Studio Legale Avvocato Penalista H24 provvedevamo tempestivamente all’approfondimento di tutta la documentazione che ci veniva consegnata dal nostro cliente, procedendo in particolare ad un’analisi completa proprio dei versamenti che lo stesso, come già precedentemente argomentato nell’articolo in lettura, aveva corrisposto a favore di società estere realmente esistenti attraverso bonifici bancari su conti correnti aperti presso Istituti di Credito che si trovavano fuori dal territorio nazionale.
Analizzando il materiale che avevamo a nostra disposizione, notavamo prontamente che detti versamenti facessero riferimento a società di diritto effettivamente operanti all’estero le quali, paradossalmente, si trovavano beneficiarie di pagamenti da parte del nostro assistito nonostante avessero un oggetto sociale del tutto differente rispetto a quello relativo agli investimenti online.
Ci concentravamo dunque sulla formulazione di richieste stragiudiziali di rimborso delle somme indebitamente corrisposte dal nostro cliente direttamente alle società beneficiarie degli importi versati, dimostrando che tutti i pagamenti del nostro assistito fossero stati effettuati per dei (presunti) investimenti online e che, chiaramente, detta attività non coincideva minimamente con l’oggetto sociale delle società estere beneficiarie degli stessi pagamenti, fornendo in tal modo la prova che le menzionate società fossero semplicemente uno strumento utilizzato dai presunti truffatori per impossessarsi dei soldi illecitamente sottratti alle vittime delle truffe afferenti al falso trading online e provvedere, in tal modo, al successivo riciclaggio del denaro.
Mediante le richieste stragiudiziali, informavamo dunque le società estere beneficiarie di tutto quanto si era verificato e del fatto che i versamenti avessero relazione con la truffa di falso trading online di cui era rimasto vittima il nostro cliente.
Siffatta circostanza si è rivelata di fondamentale importanza poiché ha permesso al nostro assistito di rientrare in possesso immediatamente di una parte delle somme che aveva indebitamente destinato ai falsi investimenti online.
A tal proposito lo Studio Legale Avvocato Penalista H24 puntualizza che, dopo aver garantito specifica documentazione della truffa subita dal nostro cliente e dell’attività illecita posta in essere dai presunti truffatori per conto della piattaforma truffaldina, una delle società estere beneficiarie dei pagamenti ha deciso di provvedere al rimborso parziale dell’importo ingiustamente versato dal nostro assistito a favore della stessa.
Ti allego in seguito la conversazione – su piattaforma di messaggistica istantanea Whatsapp – attraverso cui il nostro cliente ci avvisava di aver ricevuto, tramite bonifico bancario, la cifra pari a euro 11.000,00.
Aver patrocinato a favore del nostro assistito provvedendo al rimborso cryptovalute, averlo aiutato a non perdere del tutto i risparmi accumulati nel corso della vita rappresenta per il nostro Team Avvocato Penalista H24 la migliore soddisfazione e la più grande ricompensa.
Chiaramente, dopo aver interloquito con il nostro cliente, abbiamo convinto lo stesso a non rimettere la denuncia nei confronti dei finti brokers essendo necessario che la Magistratura possa indagare al fine di individuare i responsabili della gesta delittuose in narrativa, con attività da compiersi mediante gli strumenti di cooperazione internazionale di polizia: l’intercettazione del flusso di denaro virtuale trasferito ai presunti truffatori, avviata mediante l’analisi dei conti correnti bancari e delle relative utenze utilizzate per l’attivazione dei servizi di home banking presso gli Istituti Bancari coinvolti; l’applicazione di un provvedimento di blocco sui menzionati conti correnti bancari per sospendere le operazioni illegali di trasferimento di denaro.
Se anche tu ritieni di essere stato truffato attraverso le modalità narrate in questo articolo o ti riconosci in una tipologia diversa di truffa online, è necessario che tu agisca rapidamente. Affidati a uno dei nostri competenti avvocati, dotato di specifiche qualifiche professionali in ambito di diritto nazionale e internazionale, con cui disporre le azioni legali più opportune per il recupero del tuo capitale.
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Breve excursus: le ipotesi delittuose connesse al caso de quo
Per opportuna conoscenza, ti indico le ipotesi delittuose per le quali il nostro assistito sporgeva formale denuncia/querela nei confronti degli ignoti truffatori – presso il Commissariato della Polizia di Stato – indirizzata alla Ill.ima Procura della Repubblica:
- Truffa aggravata di cui all’art. 640 comma 2 n. 2 ter c.p., essendo la menzionata truffa stata commessa a distanza attraverso strumenti informatici e telematici idonei a ostacolare l’identificazione dei presunti truffatori e a facilitare il perpetuarsi del reato in modo più rapido e meno tracciabile.
Sussiste l’aggravante comune della Minorata difesa ex art. 61 comma 1 n. 5 avendo i presunti truffatori tratto, consapevolmente e in concreto, specifici vantaggi dall’utilizzazione dello strumento della rete che ha consentito loro di schermare la propria identità.
Ricorre altresì l’aggravante comune del Danno patrimoniale di rilevante gravità ex art. 61 comma 1 n.7 in quanto i presunti truffatori, a fronte delle tempestive e pertinenti richieste disposte dal nostro cliente a più riprese, non hanno provveduto alla restituzione di alcun importo;
- Associazione per delinquere di cui all’art. 416 c.p., essendo i presunti truffatori parte di un gruppo criminale organizzato operante in più di uno Stato;
- Estorsione ex art.629 c.p., nella sua forma tentata, figurando al contempo la pretesa ingiusta (esborsi sempre maggiori a titolo di non meglio precisate tasse per lo sblocco del capitale) e la prospettazione della minaccia (perdita del diritto alla restituzione di quanto il nostro assistito aveva realmente pagato e di quanto aveva fittiziamente guadagnato);
- Sostituzione di persona di cui all’art. 494 c.p., avendo i presunti truffatori utilizzato falsi nominativi ed appositi profili social ideati ad hoc;
- Abusivismo finanziario ex art. 166 del dlgs 58/1998 (TUF), avendo i presunti truffatori proposto e gestito investimenti di natura finanziaria senza alcuna autorizzazione da parte delle autorità preposte;
- Autoriciclaggio di cui all’art. 648 ter 1 c.p., avendo i presunti truffatori posto in essere investimenti dei profitti illeciti in operazioni di natura finanziaria, idonee a ostacolare la tracciabilità e la ricostruzione dell’origine delittuosa del denaro.
Come tutelarsi dalle truffe online? I nostri consigli
Attraverso il topic che ho posto alla tua attenzione in questo articolo, ti ho fornito soltanto alcuni dettagli sulle dinamiche con cui il nostro Team Avvocato Penalista H24 è riuscito, con puntualità ed efficacia, a ottenere il Rimborso Cryptovalute a favore del nostro cliente, dopo che lo stesso era rimasto vittima di condotte che all’evidenza assumono i caratteri tipici di una truffa di falso trading online.
Se hai bisogno di ulteriori informazioni o di una nostra consulenza, se vuoi che uno dei nostri avvocati ti illustri maggiori particolari sulle nostre metodiche di approccio e sui gratificanti risultati conseguiti in una pluralità di casi nonché sul concreto, completo e costante supporto legale che possiamo offrirti, non perdere altro tempo. Interpellaci.
Intanto, ti lascio qualche suggerimento utile al fine di evitare la trappola delle truffe online.
Quale miglior modo di esortarti a tenere gli occhi aperti se non profilandoti cosa concretamente potrebbe accaderti qualora incorressi in un meccanismo di frode online?
Per soluzione di continuità con quanto patito dal nostro assistito, ho scelto di delinearti le subdole forme di raggiro poste in essere nella tipologia di truffa afferente al falso trading online.
Innanzitutto, potresti essere adescato attraverso:
- Chiamate promozionali da parte di utenze recanti generalmente prefisso straniero;
- Messaggi privati tramite le più diffuse piattaforme di messaggistica istantanea Whatsapp/Telegram;
- Annunci sulle comuni piattaforme social Facebook/Instagram;
- Banner pubblicitari accattivanti sponsorizzanti proposte di lavoro create ad hoc grazie all’uso illecito di marchi e loghi di importanti aziende.
In ogni caso, è evidente che ti troverai in una posizione di effettivo svantaggio rispetto al truffatore, il quale riesce facilmente a mascherare la propria identità.
Ed infatti, lo stesso si professerà broker esperto e qualificato e addirittura tuo consulente di riferimento e ti assicurerà profitti mirabolanti a fronte di un piccolo investimento iniziale, proponendoti l’iscrizione a una piattaforma sponsorizzata di trading online.
Ecco il primo consiglio: diffida di chi ti prospetta potenzialità di guadagno in percentuali di entità sproporzionata a fronte di investimenti propinati come sicuri e garantiti. Il rischio è intrinseco in qualsiasi tipo di investimento. Se ti trovi coinvolto in una siffatta dinamica, contatta un avvocato del Team Avvocato Penalista h24 con esperienza nel settore delle truffe online che possa indicarti se e a chi affidare i tuoi risparmi.
Nel caso in cui, invece, ti determinassi a procedere alla registrazione sulla fantomatica piattaforma sponsorizzata facendoti – tuo malgrado – sedurre dalle promesse millantate dal sedicente consulente, aspettati dallo stesso una serie di manovre artificiosamente indirizzate a instillare credibilità.
Certamente si porrà disponibile a intrattenere con te conversazioni quotidiane, ti darà (apparentemente) ottime dritte per la tua (presunta) attività di trading online, ti mostrerà fantomatici grafici relativi all’andamento dei mercati e agli ingenti (falsi) profitti ottenuti da altre persone, si spingerà a condividere con te (fasulle) informazioni personali.
Con espedienti di ogni tipo, potresti essere altresì indotto:
- A cedere i tuoi documenti di riconoscimento e a condividere dati sensibili;
- Ad accendere un nuovo conto presso un Istituto di Credito diverso da quello di appartenenza, con il pretesto di avere un solo conto dedicato alla piattaforma;
- Ad aprire un conto su una delle comuni Exchange per la conversione di euro in criptovaluta;
- A scaricare l’applicazione Anydesk per il controllo da remoto del tuo dispositivo, con l’artificio di guidarti minuziosamente nelle (presunte) operazioni di trading.
Ebbene, procedi con estrema cautela soprattutto nella condivisione dei tuoi dati sensibili. Se finiscono in mani sbagliate, possono essere utilizzati per perpetrare successive truffe a tuo nome.
Ti invito, inoltre, a rafforzare la sicurezza del tuo account con l’Autenticazione a due fattori (2FA) e a utilizzare un portafoglio virtuale con funzioni di protezione avanzate.
Non appena sarà certo di aver carpito la tua fiducia, comincerai a ricevere dal presunto broker richieste di denaro per importi crescenti, con la scusante di avere una “base” sicura per una fruttuosa attività di trading online e con la prospettiva di maggiorare il tuo capitale. Ti farà credere di investire per tuo conto ma in realtà non lo farà. Ti saranno infatti sollecitati versamenti su conti correnti aperti in Italia e/o all’estero (verosimilmente riconducibili al truffatore) ovvero attraverso transazioni sulle comuni Exchange di criptovalute (su presunti wallets virtuali altrettanto riconducibili allo stesso).
Spesso, le richieste di denaro saranno supportate da certificazioni e comunicazioni false allo scopo di tenerti nell’inganno e ottenere sempre più soldi.
Inizialmente, dal tuo (presunto) wallet virtuale associato alla fantomatica piattaforma sponsorizzata emergeranno effettivamente succulenti interessi maturati sui tuoi risparmi.
Tuttavia, allorquando deciderai di monetizzare gli utili, a fronte delle tue richieste di prelievo ti verranno profilate dal truffatore ingannevoli giustificazioni impeditive di ottenere il tuo capitale comprensivo degli effettivi investimenti e dei (fittizi) guadagni e ti verranno altresì inoltrate continue richieste di denaro a titolo di tasse e/o commissioni con l’espediente di sbloccare i tuoi fondi.
Ti verrà chiarito che le somme pretese non possono essere detratte dai profitti acquisiti, dovendo essere necessariamente corrisposto un ulteriore pagamento: altro segnale lampante da cui puoi dedurre che sei nel pieno di una truffa online.
In alternativa, potrebbe accadere che il truffatore diventi sempre più sfuggente, fino a defilarsi completamente.
Alla luce di tutto quanto finora rappresentato, ricorda:
- I grafici dimostrativi dei guadagni generati all’interno della piattaforma non corrispondono alla realtà e hanno il solo scopo di farti ingolosire e indurti a depositare denaro per importi sempre maggiori. Allo stesso modo, la schermata relativa al tuo (presunto) portafoglio virtuale è un fake;
- Nessun investimento sarà fatto per tuo conto;
- La piattaforma afferisce a movimentazione non reale e funge semplicemente da specchietto per le allodole affinché ignari risparmiatori ingenuamente versino ingenti somme di denaro.
Dunque, qualora decidessi di investire il tuo capitale, ti esorto a non essere precipitoso.
Innanzitutto, fai attività di trading solo con brokers e su piattaforme di comprovata affidabilità.
Al riguardo, puoi verificare sui siti web della Consob, della Banca d’Italia e dell’Esma se nei confronti delle piattaforme sponsorizzate siano stati emessi eventuali alert circa una abusiva offerta di servizi finanziari e se i fantomatici brokers siano in possesso di autorizzazioni effettivamente conseguite su siti governativi. Nel dubbio, puoi rivolgerti a uno dei nostri avvocati esperti in materia che controllerà per te.
Inoltre, prima di investire il tuo denaro, chiedi sempre di poter leggere il prospetto d’investimento per appurare se lo stesso sia già stato autorizzato dalla Consob.
Infine, nel caso in cui tu abbia effettuato un investimento e ti sia reso conto di essere stato truffato, contatta il nostro Team Avvocato Penalista h24 per avere consigli prettamente su come agire.
Puoi anche ricercare su Internet se ci sono state segnalazioni sul conto del falso trader (o consulente) da parte di altre persone, dallo stesso analogamente truffate. Così avrai delle conferme su ciò che pensi.
Attento soprattutto a non cadere nell’ulteriore trappola dei presunti avvocati e/o consulenti di fantomatiche società specializzate nel recupero fondi persi in seguito a truffe online che, con il pretesto di sbloccare i rimborsi del capitale precedentemente investito, richiedono il pagamento di ulteriori somme di danaro a titolo di commissioni per la presunta pratica di recupero: si tratta di una vera e propria estorsione.
Non ti resta che tenerti informato sulle tecniche più all’avanguardia utilizzate dai truffatori.
Puoi consultare il nostro sito internet Avvocato Penalista h24, costantemente aggiornato.
Per consigli più particolareggiati e per approfondire ulteriormente le tematiche toccate in questo articolo, con specifico riferimento alle criptovalute, ecco a te i seguenti link:
- Come è possibile recuperare i soldi da una truffa in cryptovaluta e bitcoin
- Come non essere truffati e riconoscere una truffa crypto bitcoin
Studio Legale Avvocato Penalista h24: una garanzia per le vittime di truffe online
Essere vittima di una truffa online è una tragedia che coinvolge l’offeso e, certamente, chi gli sta intorno con conseguenze dirette per la vita di tutti: vedere dileguati i propri risparmi ha un impatto devastante non solo sul piano economico ma anche sul benessere psicologico e sulla qualità della vita, personale e familiare.
Noi specialisti dello Studio Legale Avvocato Penalista H24 siamo pronti ad assumerci le tue ansie e a dirimere i tuoi dubbi. Siamo pronti ad aiutarti.
Per noi il cliente rappresenta la priorità.
Avendo supportato legalmente diverse persone che hanno patito truffe online, abbiamo maturato competenze notevoli oltre che una vasta esperienza.
Lo Studio Avvocato Penalista H24 rappresenta, infatti, un punto di riferimento per chi necessita di assistenza legale in materia di truffe online. Grazie a un Team di professionisti altamente specializzati nel diritto penale e nella criminalità economica, lo Studio offre ausilio alle vittime:
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- Operando su scala internazionale – in stretta cooperazione con organismi come INTERPOL e EUROPOL – così da facilitare lo scambio di informazioni, accelerare le procedure investigative e avviare procedimenti penali su larga scala.
Se anche tu sei stato vittima di truffa online non esitare dunque a interpellarci.
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